Quando un ciclista perde la vita in strada, non è solo un incidente: è un fallimento collettivo.
La realtà: troppi incidenti, poca consapevolezza. In Italia, ogni anno centinaia di ciclisti restano vittime di incidenti stradali.
Molti di questi episodi non fanno notizia, ma dietro ogni numero ci sono famiglie, vite spezzate e una giustizia che spesso arriva tardi.
La bicicletta è libertà, ecologia e salute.
Ma ancora oggi chi pedala lo fa in un sistema pensato quasi solo per i motori.
Il Codice della Strada impone agli automobilisti di mantenere una distanza minima laterale di almeno 1,5 metri nel sorpasso dei ciclisti. La responsabilità civile, invece, stabilisce che chi guida un veicolo a motore risponde dei danni anche solo per colpa presunta (art. 2054 c.c.).Questo significa che, in caso di sinistro tra auto e bicicletta, spetta al conducente dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitare l’incidente. Una tutela fondamentale per chi si muove su due ruote, ma che troppo spesso rimane solo sulla carta.
“Ogni ciclista deve poter tornare a casa. E ogni automobilista deve ricordare che dietro una bici c’è una vita.”
Qualche suggerimento dopo un incidente?
In caso di caduta o investimento:
1. Chiama subito le forze dell’ordine per il rilievo.
2. Conserva ogni prova: foto, contatti, testimonianze.
3. Richiedi copia del verbale e dei referti medici.
4. Rivolgiti a un avvocato esperto in responsabilità civile da sinistro stradale.
Il risarcimento può coprire danni fisici, materiali e morali, oltre al danno esistenziale in caso di gravi invalidità.
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